Crescono i debiti delle famiglie, le misure anti Covid non bastano. Occorre aumentare la disponibilità dei salari

Il Governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco, nella presentazione della relazione annuale, si è soffermato anche sulla situazione economica e finanziaria delle famiglie italiane. Già nel 2019 i debiti delle famiglie verso le banche e le società finanziarie erano cresciuti del 3,5%, ora con la crisi dovuta alla pandemia da Covid 19 l’esposizione sarà sicuramente aumentata. Infatti, secondo l’analisi fatta dal Governatore Visco, il 38% dei mutuatari ha affermato di avere difficoltà a pagare le rate a causa del blocco dovuto dalla pandemia. Per fronteggiare la situazione il Governo ha messo in campo diversi strumenti, dal blocco dei licenziamenti, cassa integrazione guadagni e sistemi di sospensione delle rate dei mutui.

Queste misure temporanee, una volta esaurite, non saranno sufficienti a bloccare gli effetti sul mondo del lavoro di una crisi di questo genere. Infatti le imprese stanno subendo una drastica riduzione della domanda di prodotti e di servizi e la conseguenza immediata sarà un’evitabile riduzione del personale e la perdita di reddito disponibile da parte delle famiglie. La cassa integrazione, per le riduzioni di personale, operata dalle imprese dovrà certamente essere prorogata per un periodo molto lungo, ma sarà obbligatorio promuovere misure strutturali che possano ristabilire l’equilibrio nel mondo del lavoro.

Bisognerà innanzitutto aumentare la disponibilità del salario reale dei lavoratori, riducendo il costo contributivo a carico delle imprese e la riduzione effettiva della tassazione dei redditi. La forza lavoro dovrà inoltre acquisire sempre più competenze professionali e si dovrà prevedere una formazione continua. Però per vincere la sfida internazionale dovremmo produrre di più ed avere più ricchezza.

Questo potrà avvenire solo con l’aumento della competitività delle imprese, che dovranno introdurre sempre di più l’innovazione, derivante dall’intelligenza artificiale nei settori manifatturieri di trasformazione. Inoltre i nostri settori strategici saranno sempre di più quelli della cultura, del design ed del turismo. In questi settori abbiamo un vantaggio competitivo nei confronti di tutto il mondo, ma vanno però potenziate le infrastrutture, le strategie di marketing e gli investimenti per l’accoglienza del turista. Oggi questi comparti stanno soffrendo per effetto del lockdown, ma dovremmo essere pronti non solo per la fase della ripartenza, ma soprattutto quando finirà l’effetto del distanziammo sociale.

L’intervento dello Stato in futuro in questi settori non potrà essere più realizzato a macchia di leopardo, come è stato fatto fino ad ora, ma dovrà essere programmato in modo strategico dalle regioni in sinergia con l’intervento sulle infrastrutture da parte governo centrale. Il far crescere questi settori è l’unica via di uscita per la definitiva ripresa. Dobbiamo offrire i nostri territori, la cultura e le nostre tradizioni. Nessun paese potrà imitarle.