Il rendiconto finanziario in termini di liquidità.

Il rendiconto finanziario costituisce un prospetto di sintesi del sistema informativo del bilancio, in quanto il suo contenuto è complementare a quello dello stato patrimoniale e del conto economico. Viene utilizzato per valutare la situazione finanziaria della società nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi. Dal rendiconto finanziario deve risultare l’ammontare e la composizione delle disponibilità liquide, all’inizio e alla fine dell’esercizio, e i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa, da quella di investimento e da quella di finanziamento. In particolare “l’attività operativa comprende tutte le operazioni connesse all’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi, nonché le altre operazioni non ricomprese nell’attività di investimento e finanziamento.

L’attività di investimento comprende le operazioni di acquisto e di vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate” (Analisi di bilancio, 2017, p. 118). L’attività di finanziamento comprende, invece, tutte le operazioni di ottenimento e di restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito. La rappresentazione della dinamica finanziaria mediante la redazione del rendiconto necessita l’assunzione di alcune scelte in merito alla risorsa finanziaria di riferimento e alle modalità di esposizione dei suoi movimenti. La risorsa finanziaria costituisce l’elemento del quale si intende analizzare la movimentazione da un esercizio all’altro. Si possono individuare molteplici risorse finanziarie di riferimento; ad esempio la liquidità e il capitale circolante netto. Le disponibilità liquide rappresenta la risorsa presa a riferimento dai principi contabili nazionali e internazionali per la predisposizione del rendiconto. Inoltre nell’ambito dell’attività di finanziamento, le operazioni con i soci devono essere indicate separatamente.

L’interpretazione del rendiconto finanziario consiste proprio nel: 1) valutare il contributo delle singole gestioni alle variazioni della risorsa finanziaria di riferimento, ossia riflettere sulle cause che hanno migliorato o peggiorato la situazione finanziaria dell’impresa; 2) individuare la gestione che maggiormente ha assorbito risorse e quella che ha generato maggiori fonti; 3) esaminare la composizione delle fonti e degli impieghi verificandone l’equilibrio o il disequilibrio e identificando le aree in cui si dovrebbe intervenire; 4) comprendere il grado di flessibilità dei fabbisogni finanziari dell’impresa; 5) ricercare correlazioni tra specifiche tipologie di impiego e di fonti; 6) esprimere valutazioni sulle scelte di finanziamento dell’impresa.

In relazione agli schemi di riferimento possiamo distinguere tra metodo diretto e indiretto. Nel metodo indiretto, il flusso finanziario è determinato partendo dall’utile prima delle imposte, il quale viene rettificato per tener conto degli elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso o incasso di disponibilità liquide nel corso dell’esercizio e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto. Occorre tener conto, inoltre, delle variazioni del capitale circolante netto connesse ai costi o ricavi dell’attività operativa e delle operazioni i cui effetti sono ricompresi tra i flussi derivanti dall’attività di investimento e finanziamento. Nel metodo diretto il flusso finanziario derivante dall’attività operativa può essere determinato presentando i flussi finanziari positivi e negativi lordi derivanti dalle attività della gestione reddituale, flussi finanziari dell’attività di investimento comprendono i flussi che derivano dall’acquisto e dalla vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e dalle attività finanziarie non immobilizzate.

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